Riscaldamento: le nuove regole per l'inverno

Le 6 zone di riscaldamento in Italia

Il conflitto tra Russia e Ucraina sta avendo delle forti ripercussioni specialmente in Europa verso la quale la Russia sembra sia intenzionata a chiudere tutti i gasdotti verso l’Europa.

A questo proposito, il Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) ha pubblicato un Regolamento con l’obiettivo di “realizzare da subito risparmi utili a livello europeo a prepararsi a eventuali interruzioni delle forniture di gas dalla Russia.”

Questo Regolamento suddivide l’Italia in 6 zone climatiche che prevedono delle restrizioni sui riscaldamenti.

Nel concreto il territorio nazionale, in base alla media delle temperature giornaliere, si divide in:

zona A che rappresenta i comuni con gradi-giorno inferiori a 600;
la zona B con gradi-giorno tra 600 e 900;
zona C tra 901 e 1400 gradi-giorno;
zona D (tra 1401 e 2100);
zona E (tra 2101 e 3000);
zona F che comprende i comuni con gradi-giorno superiori a 3000.

La durata giornaliera di accensione

In queste sei zone la durata giornaliera di accensione sarà:

Zona A: ore 5 giornaliere dal 8 dicembre al 7 marzo;
Zona B: ore 7 giornaliere dal 8 dicembre al 23 marzo;
Zona C: ore 9 giornaliere dal 22 novembre al 23 marzo;
Zona D: ore 11 giornaliere dal 8 novembre al 7 aprile;
Zona E: ore 13 giornaliere dal 22 ottobre al 7 aprile;
Zona F: nessuna limitazione.

Come cambiano le nostre abitudini

Il Piano prevede 3 grandi cambiamenti nelle nostre abitudini:

1°C in meno nel riscaldamento di case e edifici commerciali – 19°C per tutti gli edifici, e 17°C per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili, con 2°C di tolleranza per entrambi;
15 giorni in meno di riscaldamento in un anno (viene cioè posticipata di 8 giorni la data di inizio e anticipata di 7 giorni la data di fine),;
1 ora in meno di termosifoni accesi al giorno, secondo le diverse zone climatiche in cui è suddivisa l’Italia.

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