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Ai giorni nostri la maggior parte di noi da per scontato il comfort di vivere in un ambiente rifrescato quando le temperature raggiungono vertici insostenibili.
Ma non è sempre stato così. Raccontare e riflettere sulla storia del condizionatore diventa un modo per capire come sono cambiate le nostre abitudini nel quotidiano. Un processo che affonda le sue radici più di 170 anni fa negli Stati Uniti d’America e che poi si è diffuso in tutto il mondo.
In pochi sanno che il condizionatore così come lo conosciamo oggi deriva da un principio teorizzato dal chimico e fisico inglese Michael Faraday il quale aveva scoperto che la compressione e la successiva espansione di un gas come conseguenza il raffreddamento del gas stesso.
Il primo progetto di condizionatore risale al lontano 1851 in Florida, terra caratterizzata da clima torrido e pianure paludose dove febbre gialla e malaria facevano il bello e il cattivo tempo.
Fu così che un medico, il Dott. John Gorrie, sentì l’esigenza di creare una macchina in grado di abbassare le temperature dei suoi pazienti, cercando anche di ridurre la circolazione delle zanzare.
Purtroppo il progetto di Gorrie fallì, anche a causa dell’opposizione da parte dei commercianti del ghiaccio. Ma, come quasi sempre accade, un fallimento porta con sé i semi di un futuro successo.
Ci spostiamo con la nostra macchina del tempo 35 anni, nel 1886, quando Lewis Latimer, statunitense, designatore e progettista di Thoma Edison brevetta il primo apparecchio per il raffreddamento climatico dell’aria.
Sarà poi l’ingegnere americano Stuart Warren Cramer, che si interessò allo studio dell’umidità e della temperatura dell’aria, a coniare l’espressione “aria condizionata”.
Siamo ancora in una fase in cui l’impianto-condizionatore non ha una forma concreta, ma di lì a qualche anno più tardi l’idea troverà finalmente il suo compimento.
1901, Stati Uniti d’America.
Willis Haviland Carrier ha appena completato gli studi di ingegneria meccanica quando progetta una macchina per la riduzione dell’umidità e della temperatura nell’aria.
Willis ha solo 25 anni e passerà alla storia per aver dato vita a una delle invenzioni più rivoluzionarie dell’epoca moderna: il condizionatore.
Estate 1901, Brooklyn, New York.
Il primo condizionatore fu installato per la prima volta in una tipografia per risolvere i continui problemi che l’umidità causava al trattamento della carta e degli inchiostri.
In seguito, l’installazione di questi impianti venne estesa agli uffici e, dopo la seconda guerra mondiale, alle case e alle automobili, “condizionando” sempre più la vita quotidiana degli americani.
In Italia i primi condizionatori si vedono già alla fine della seconda guerra mondiale e all’inizio erano ingombranti, rumorosi e costosi. Nel tempo, l’evoluzione tecnologica ha migliorato le prestazioni di queste macchine sia in termini di efficienza che di impatto ambientale.
Inoltre, il design di queste macchine si è evoluto a tal punto che oggi il condizionatore è diventato a tutti gli effetti un oggetto che costituisce parte integrante dell’arredamento di una casa.
E ora qualche dato statistico per inquadrare meglio il processo di crescita e diffusione del condizionatore nelle case degli italiani.
Se all’inizio del 2000 la percentuale di famiglie italiane che possedevano un condizionatore era dello 0%, l’anno successivo comincia a crescere sempre più l’interesse verso questa nuova macchina.
Sarà poi nel 2005 in cui le richieste balzeranno al 20% per poi raddoppiare nel 2019, confermando una diffusione su larga scala non soltanto più nelle abitazioni domestiche ma anche negli uffici, nei negozi e nei locali commerciali.
In qualità di tecnico professionista della termotecnica, leggendo quest’articolo ti sarai reso conto di quanto sia alta la richiesta da parte degli italiani per questa macchina che ha cambiato per sempre il nostro modo di vivere.
Come sai, il condizionatore è un impianto che contiene gas fluorurati, detti più comunemente F-Gas, ossia quei gas refrigeranti che si trovano tanto nelle installazioni civili che industriali e che servono a produrre il freddo.
Introdotti negli anni ‘90 per sostituire i freon, gas che avevano effetti notevoli sul buco dell’ozono, gli F-Gas hanno sicuramente risolto questo problema. Tuttavia, contribuiscono al fenomeno del surriscaldamento globale.
Ecco perché la Comunità Europea e gli stati membri tra cui l’Italia hanno messo in atto delle normative con lo scopo di controllare il flusso dei gas fluorurati sul territorio nazionale e di contenere il più possibile l’emissione nell’atmosfera proprio di questi gas.
Per montare condizionatori – ma anche altri impianti come refrigeratori e pompe di calore – è necessario disporre del patentino F-Gas, un documento fondamentale per operare nel pieno rispetto delle norme ambientale e per evitare pesantissime sanzioni.
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